Nascere, Crescere e Vivere a Milano

Sintesi del sesto incontro di Fare Milano, a cura di Fondazione Triulza.

L’incontro si apre con l’intervento introduttivo di Anna Scavuzzo, Vice-Sindaco di Milano, in cui viene sottolineato che la politica deve perdere l’abitudine di guardare lontano, soprattutto  in relazione ai temi che riguardano la cura dei diversi percorsi di vita di ciascun individuo. Segue la presentazione, a cura di Paolo Petracca, dei risultati emersi nei sei tavoli di lavoro organizzati dalla Fondazione Triulza, sul tema nascere, crescere e vivere a Milano. I tavoli hanno esplorato generi e generazioni (bambini, adolescenti, giovani, donne e anziani) dentro la città e le multiformi declinazioni del tema della famiglia.

Il quadro dei temi emersi dai tavoli è sintetizzabile nei seguenti punti:

-        occuparsi della partecipazione diretta delle persone.

-        risolvere il bisogno di conciliare ruoli, responsabilità e attività diverse

-        necessità di trasformazioni radicali in ottica di sostenibilità;

-        vincere la sfida dell’integrazione dei tempi e dei ritmi della città e sull’uso flessibile degli spazi;

-        promuovere la rete e l’integrazione dei servizi, delle organizzazioni e degli spazi, al fine di sostenere le fragilità e ad evitare l’isolamento, due criticità da evitare trasversalmente su tutte le fasce di età;

-        coinvolgere le tante competenze, anche in chiave intergenerazionale, presenti nella città.

E’ cruciale nel contingente passare dal “modello Milano” al “metodo Milano”, una città in cui tutte le sue parti attive concorrono alla costruzione di un percorso condividendo obiettivi e strumenti. C’è bisogno di una creatività diversa e di un’innovazione sociale che includa progettazione ed erogazione dei servizi ma anche misurazione e valutazione delle policy pubbliche attivate. Lavorare su questa strada consente il rafforzamento della fiducia e della credibilità verso la città.

La minaccia che la pandemia comporti la lacerazione del tessuto del terzo settore è sentita come urgente e per questo deve essere scongiurata assumendo fin da subito la consapevolezza che esso gioca un ruolo cruciale per la coesione sociale di una città e della sua comunità. Occorre pertanto perseguire una visione d’insieme che tenga conto della tenuta di tutte le parti sociali, non lasciando in seconda parte la questione del terzo settore, ma continuando ad investire nelle persone e nei legami che tra esse si producono. L’erogazione di risorse finanziare non deve essere prevista soltanto con un approccio reattivo ma anche e soprattutto nella forma di investimenti, al fine di poter immaginare un futuro meno denso di paure legate alle condizioni di povertà e di crescente vulnerabilità sociale ed economica. 

In controtendenza rispetto alle dinamiche del paese, Milano ha avuto la grande capacità di incidere sull’ attrattività dei giovani. Questo elemento si è ormai indebolito in seguito agli sconvolgimenti dell’emergenza sanitaria: occorre riflettere bene sui fattori che hanno agevolato questa dinamica, uno su tutti la facilità con cui la città è stata lasciata dai giovani durante lo scoppio della pandemia. E’ doveroso interrogarsi sulle cause che non hanno reso la città in grado di consolidare dei progetti di vita per le giovani generazioni, che invece era stata capace di attrarre. Milano infatti è cresciuta molto a livello esogeno, ma senza basi endogene perché i tassi di natalità è rimasta invariata rispetto alle altre capitali europee,  nonostante ad esempio l’occupazione femminile sia cresciuta nei livelli che si registrano nelle principali città d’ Europa. E’ evidente la carenza di Milano nel coniugare le scelte di vita, che implicano il lavoro e il crearsi una famiglia. La scelta di fare un figlio costituisce l’indicatore più sensibile rispetto ad avere prospettive positive sul futuro. Milano avrebbe dovuto saper favorire questa dinamica: oggi occorre implementare il ragionamento basandosi sulla tema dei servizi e della qualità della vita, per far sì che aumenti la crescita endogena della città. Su questo aspetto il tema della conciliazione investe enormemente la città, una questione di fondamentale importanza non solo per l’educazione dei più piccoli ma anche per la sopravvivenza economica della città e per la partecipazione attiva delle donne. La priorità per intervenire in problemi strutturali legati al tema delle donne riguarda il ripristino della situazione pre covid e poi un piano di ripartenza. Per affrontate la questione si rende necessario adottare un approccio globale e integrato, avendo una visione complessiva dei problemi, apportando una revisione delle politiche con al centro gli obiettivi di sviluppo dell’Agenda 2030, favorendo la capacità di fare rete delle donne e il loro protagonismo nelle politiche,

Sul tema dell’educazione, emerge la necessità di un cambiamento capace di aprire ad una nuova narrazione che metta il focus sulla scuola, sui bambini e sulle famiglie. E’ importante allargare l’ascolto dei bisogni dei bambini, ponendo attenzione al loro benessere, la loro formazione ed educazione. Questo è efficace anche per capire meglio le fragilità di oggi del tessuto sociale, scegliendo le giuste direzioni da intraprendere. E’ necessario coinvolgere sempre di più i genitori e i ragazzi alle questioni che riguardano la città. Il tema delle scuole aperte va di pari passo con il tema dell’educazione alla cittadinanza perché è una modalità educativa che si fa nel e con il territorio. Bisogna favorire l’educazione esperienziale: solo sperimentando si può acquisire consapevolezza e imparare a convivere con l’altro.

Nella città ci sono centinaia di piccole società sportive che svolgono un ruolo educativo e di acceleratore alla socialità ma che spesso non vengono valorizzate al meglio. La sfida è quella di poterle valorizzare come agenzie educative (si cita ad esempio l’iniziativa “Terzo Allenamento”), in un’ottica di sport quale strumento straordinario per realizzare le politiche educative finalizzate a coinvolgere giovani e territorio. Milano può rappresentare una locomotiva del paese da questo punto di vista.

Gli adolescenti rappresentano una fascia di età strategica per impostare un ragionamento nuovo sulla città. Occorre favorire investimenti per rendere gli spazi aperti alla fruizione degli adolescenti, tali da incidere sulla crescita e sull’evoluzione individuale, pur mantenendo l’attenzione all’accompagnamento da parte degli adulti. Risulta fondamentale spendere risorse per implementare forme di partecipazione e di protagonismo degli adolescenti nei termini di costruzione della città, integrando nel suo governo anche la voce dei ragazzi. E’ necessario facilitare l’incontro virtuoso tra le diversità che emergono tra i ragazzi delle periferie e del centro, in modo da intercettare più efficacemente le fasce di disagio e marginalità che insistono nelle aree periferiche di Milano.

Sugli studenti universitari il lavoro deve avere un orizzonte di medio lungo periodo: indispensabile anche per la questione demografica. Milano deve valorizzare la sua popolazione di studenti universitari, aiutandoli a vivere nella città e integrandosi in essa, favorendo il loro incontro e scambio al di fuori degli per ambiti disciplinari e costruendo politiche e progetti che sblocchino il potenziale di questo capitale umano sia nel volontariato sia nell’ingresso nel mondo del lavoro.

E’ essenziale fare dei ragionamenti di mutualismo tra i protagonismi della città sul tema degli anziani; perseguire il benessere complessivo legato alla cura e alla prossimità e attivare una vera e propria rivoluzione digitale della terza età. Le proposte in questo senso riguardano:

-       creare sportelli gestiti in cooperazione con l’amministrazione per il sostegno alle reti informali presenti nei quartieri;

-       favorire percorsi di intergenerazionalità tra anziani e giovani, sfruttando le capacità e competenze dei senior;

-       potenziare i servizi territoriali domiciliari, sfruttando anche patrimonio edilizio dismesso come le cascine, e il servizio sociale pubblico attraverso sistemi dotati di una burocrazia più flessibile

Con la partecipazione di Anna Scavuzzo (Vice Sindaco del Comune di Milano), Paolo Petracca (Fondazione Triulza), Giovanni Fosti (Fondazione Cariplo) Martina di Lauro  (Università degli Studi Milano Bicocca) Claudia Di Lauro (Politecnico di Milano) Monica Dell'Acqua (Politecnico di Milano), Igor Guida (Stripes Coop Sociale), Francesca Valla (Counselor professionista), Alessandro Rosina (Università Cattolica del Sacro Cuore), Marilisa D’amico (Università degli Studi di Milano), Laura Galimberti (Assessora all’Educazione e Istruzione), Felice Romeo (Legacoop Lombardia) Elena Dottore (La nostra comunità), Sabina Siniscalchi (Oxfam Italia) Anna Carmassi (STEAMiamoci Assolombarda), Ivana Pais (Università Cattolica del Sacro Cuore), Elena Vasco (CCIAA Milano Monza Brianza Lodi), Marta Moroni (Voce - CSV Milano), Ilaria Mariani (Arexpo), Massimo Achini (CSI Milano)

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